Olivetti. Camillo, alle radici di un sogno

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Laura Curino

11 Gennaio 2013
Inizio spettacolo ore 21:15, durata spettacolo 100 minuti

Foto Olivetti. Camillo, alle radici di un sogno

Chi parla più di fabbriche belle, di città a misura d’uomo, di rispetto del territorio, di tecnologia al servizio del benessere? Chi si ricorda di un luogo dove pittori, artisti e poeti dirigevano un’azienda? Chi cita più un uomo, Adriano Olivetti, che aveva chiamato Le Corbusier per creare le case per gli operai, che costruiva fabbriche fra gli alberi, che aveva inventato l’urbanistica, il design, la psicologia del lavoro? Chi aveva inventato la fabbrica destinata a diventare la dimostrazione vivente, sana, solida e redditizia del fatto che il lavoro in fabbrica può non essere sinonimo di alienazione, inquinamento e malattia? Olivetti è la storia di Camillo, il pioniere, l’inventore, l’anticonformista capriccioso e geniale che fondò, agli inizi del Novecento, la prima fabbrica italiana di macchine per scrivere. Lo spettacolo ne ricostruisce la vita, le figure che gli ruotavano attorno, l’ambiente e le imprese, attraverso le voci narranti di due personaggi fondamentali della sua storia: la madre, Elvira Sacerdoti, e la moglie, Luisa Revel. Queste due donne, provenienti entrambe da una cultura di minoranza, ebrea la prima e valdese la seconda, sono state le protagoniste silenziose della formazione e della realizzazione del sogno olivettiano. Questo spettacolo è il racconto epico di un’avventura avvincente, piena di colpi di scena, di prove da superare, di lotte, di amori, di eroi. La cosa più straordinaria è che è tutto vero.

Di Laura Curino e Gabriele Vacis
Collaborazione alla drammaturgia Laura Volta
Regia Gabriele Vacis
Assistente alla regia Serena Sinigaglia
Produzione Associazione Culturale Muse
In collaborazione con Fondazione Teatro Stabile Torino

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